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Federanziani: i medici ci prescrivono farmaci inutili. Scoppia la polemica

Sanità pubblica Redazione DottNet | 22/07/2019 20:58

La politica e la Fnomceo rispondono alle critiche dell'Associazione ma restano i dubbi

“Cari medici, perché ci prescrivete i farmaci?” a chiederlo è Senior Italia FederAnziani in merito a quanto emerso in occasione della presentazione dei dati OsMed all’AIFA.  “La nostra fiducia nei confronti della comunità medico-scientifica, dei medici di medicina generale, degli specialisti, delle istituzioni deputate a governare la nostra salute, insomma nei confronti di tutti gli attori del sistema sanitario, è crollata dopo che nei giorni scorsi abbiamo ascoltato le parole di illustri farmacologi in occasione della presentazione dei dati OsMed all’interno dell’AIFA”. E’ un appello, uno sfogo quello che i rappresentanti di Federanziani lanciano e che ha avuto una vasta eco tra i medici e tra le associazioni.

 Un invito che non la lasciato insensibile la politica:  "In merito alle preoccupazioni sulla prescrizione dei farmaci espresse da Senior Italia Federanziani e alla richiesta di ascolto da loro lanciata alle istituzioni voglio rassicurare che stiamo già lavorando, il governo e tutti noi, con i medici di famiglia, gli specialisti e le società scientifiche". Così, in una nota, il presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Pierpaolo Sileri, del MoVimento 5 Stelle. "La fiducia dei pazienti verso i medici e verso le istituzioni governative - afferma ancora Sileri - non deve in nessun caso venir meno e mi impegnerò per incontrare le associazioni dei pazienti per poterli tranquillizzare".

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Ma Federanziani incalza: “Abbiamo sentito, per esempio, che la vitamina D, che pesa 280 milioni di euro l’anno sulla spesa farmaceutica, non serve a nulla poiché su 93 trial non ve ne è nessuno che ne dimostri l’efficacia; che in base a uno studio condotto su 38mila pazienti con ipertensione, di cui il 50% in trattamento e l’altra metà non trattati, i migliori benefici li hanno avuti quelli non trattati, anzi che quelli trattati stanno addirittura peggio”. “Noi pazienti – si legge nella nota -, che siamo abituati a riporre la nostra fiducia nei camici bianchi, si tratti di specialisti universitari, ambulatoriali, medici di base, di fronte a queste autorevoli affermazioni fatte all’interno dell’agenzia regolatoria ci chiediamo a chi dovremmo affidarci da questo momento in poi, se è vero che i medici prescrivono farmaci inutili o inefficaci”.

A nessuno di noi piace prendere tante pillole e ogni giorno fatichiamo a mantenere la cosiddetta aderenza alla terapia, ovvero a rispettare le indicazioni dei nostri camici bianchi, e ora ci sentiamo dire che non serve a nulla, mentre dall’altra parte la comunità scientifica resta in silenzio, se si eccettua la difesa della FIMMG e della Fnomceo rispetto al loro ruolo e al loro rispetto della deontologia e delle linee guida”, continua Federanziani.  “A chi dobbiamo credere, dunque? Chiediamo al Ministro della Salute Giulia Grillo, ai Sottosegretari Bartolazzi e Coletto, al Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato Pierpaolo Sileri, alla Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati Marialucia Lorefice, ad AIFA e Istituto Superiore di Sanità e soprattutto alle società medico-scientifiche, ciascuno per le proprie competenze e per il proprio ruolo, di dare una risposta chiara ai pazienti alfine di farci ritrovare un po’ di fiducia”, conclude la nota.

E arriva pronta la risposta di Fnomceo: "Vogliamo rassicurare i cittadini: ogni volta che un medico fa una prescrizione, quell'atto esprime tutte le competenze acquisite nel corso degli studi, e racchiude in sé le valutazioni diagnostiche, quelle di appropriatezza clinica, basate sulle migliori evidenze scientifiche personalizzate sul singolo caso e paziente, quelle sul rapporto rischio-beneficio". Torna a parlare di prescrizione il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo  Anelli.

"Siamo grati e riconoscenti a chi fa ricerca, a chi, con metanalisi, aggiorna le evidenze scientifiche e stende linee guida che possano indicare la via ai decisori, a coloro che valutano le indicazioni, l'immissione in commercio, la prescrivibilità e la rimborsabilità di un farmaco, e informare nel contempo l'esercizio della professione - continua Anelli - lo siamo a tal punto che il richiamo alle evidenze percorre tutto il nostro Codice, ed è esplicitato anche quando si parla di prescrizione: 'il medico tiene conto delle linee guida diagnostico-terapeutiche accreditate da fonti autorevoli e indipendenti quali raccomandazioni e ne valuta l'applicabilità al caso specifico'". "Ma è proprio in quella valutazione dell' applicabilità al caso specifico, alla quale è presupposto la diagnosi e della quale è strumento la relazione di cura, che si gioca la differenza tra essere scienziato, essere politico, ed essere medico", conclude Anelli ribadendo l'appello "a coinvolgere i medici nei Tavoli dell'Aifa".
 

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